Concorrenza sleale, ecco la guida definitiva

Si sente parlare molto spesso di concorrenza sleale ma in realtà a volte si crea grande confusione e, inevitabilmente, non si riesce a comprendere alla perfezione il significato.

Quando si cita la concorrenza sleale ci si riferisce ad una sorta di comportamento disonesto che, tra le altre cose, è pienamente riconosciuto dalla legge come vedremo in questo articolo.

Possiamo dire però che, fino a prima dell’introduzione dell’articolo 2043 del Codice Civili, l’imprenditore di fatto non aveva alcuna tutela anche se era vittima di concorrenza sleale.

Dunque, quello della concorrenza sleale è un tema incredibilmente vasto e complesso, per questo merita di essere approfondito nei minimi dettagli, come faremo in questo articolo.

Tra i casi più frequenti di questa fattispecie troviamo senza dubbio la concorrenza sleale nel franchising. Sappiamo infatti come la materia franchising sia molto articolata, basti pensare ai vari contratti che contengono numerose clausole proprio con il chiaro obiettivo di prevenire eventuali comportamenti legati, appunto, alla concorrenza sleale.

In questo articolo vogliamo dunque analizzare nel dettaglio che cos’è la concorrenza sleale, in quali casi viene applicata e quali sono le sanzioni previste dalla legge.

Che cos’è la concorrenza sleale?

Prima di entrare nei dettagli crediamo sia opportuno fare un piccolo passo indietro, andando a dare una definizione chiara e completa di concorrenza sleale, in modo tale da capire esattamente quello di cui stiamo parlando.

Nel mercato libero il successo è totalmente dipendente dalla capacità di ogni singolo imprenditore. Appare evidente che il grande punto di forza degli imprenditori è strettamente legato ai loro segni distintivi, ovvero il fatto che l’imprenditore e quindi la sua azienda vengano riconosciuti per delle abilità in particolare e grazie ad esse i consumatori li scelgono.

In questo caso parliamo dunque della concorrenza tra imprenditori, quindi il fatto di provare ad essere migliori dei competitor, rimanendo però nell’ambito legale. Infatti se tali segni distintivi vengono di fatto sottratti all’imprenditore, da parti di terzi, ecco che si materializza la concorrenza sleale.

Entrando ancora di più nello specifico, l’articolo 2598 del Codice Civile dice espressamente che la concorrenza sleale si manifesta in presenza di imitazione, denigrazione, appropriazione indebita di meriti e tutti gli altri comportamenti di tipo sleali.

Come difendersi dalla concorrenza sleale?

Se sei vittima di concorrenza sleale, la prima cosa che ti consigliamo di fare è affidarti ad un professionista che sarà in grado di seguirti passo dopo passo per tutelarti nel modo migliore.

Dobbiamo sottolineare che per il risarcimento del danno è necessario accertare il comportamento sleale, fornendo anche la prova del danno subito.. Mentre per sanzionare i comportamenti di concorrenza sleale non occorre che venga accertato l’elemento soggettivo.

Per difenderti devi procedere con una denuncia da depositare presso il Tribunale e, come detto, la legge prevede che tu possa anche chiedere il risarcimento del danno.

Non solo, la legge ti aiuta in maniera importante anche sotto un altro punto di vista. Infatti, per difenderti da potenziali comportamenti che rientrano nella concorrenza sleale, puoi avvalerti di un’agenzia investigativa per scoprire chi è il colpevole e quali sono i comportamenti messi in atto.

Quali sanzioni sono previste?

Sono previste delle sanzioni a carico di chi mantiene comportamenti che rientrano nella categoria della concorrenza sleale. Di fatto la sentenza consiste nell’obbligo di cessare immediatamente ogni tipo di attività finalizzata alla concorrenza sleale.

Complessa è anche la materia relativa ai risarcimenti, infatti appare evidente che la legge indica con estrema chiarezza il fatto che chiunque si sia reso responsabile di comportamenti sleali, debba risarcire il danno alla vittima in caso di dolo.

Se la violazione del patto di non concorrenza riguarda un ex dipendente, è prevista la completa restituzione del corrispettivo riconosciuto e non solo, anche il risarcimento del danno subito.