Dichiarazione di conformità cos'è e quando serve

Se stai pensando di installare una nuova caldaia in casa, o far realizzare un lavoro di ampliamento particolare, avrai bisogno della cosiddetta dichiarazione di conformità. Nulla di particolare, anche perché a redigerla deve essere la ditta che ha eseguito il lavoro.
Tuttavia è bene che tu sappia in cosa consiste e quali requisiti prevede la normativa vigente, per non incorrere in problematiche o peggio sanzioni.
È quello che troverai in questa guida.

Dichiarazione di conformità: cos’è

Per dichiarazione di conformità si intende quel documento che la ditta che ha eseguito un certo lavoro sugli impianti, deve produrre per attestare che il lavoro stesso sia appunto conforme.
Si tratta di un documento importantissimo che può essere redatto solo da un installatore che sia certificato e autorizzato dalla Camera di Commercio ad eseguire quel certo tipo di lavoro.
Pensa a quanto ad esempio sia importante che un lavoro fatto su una caldaia venga eseguito a regola d’arte, e non solo per una questione fiscale.
Ne va della tua stessa sicurezza, e devi sempre tutelarti da ogni possibile rischio o danno.
Anche perché in caso di guasti non potresti chiedere interventi di garanzia e in casi di danni (pensa all’esplosione della caldaia), ne risponderesti personalmente qualora fossi sprovvisto del certificato di conformità.

Come deve essere redatto il documento

Il certificato di conformità deve essere redatto, come abbiamo detto, da un professionista abilitato.
Lo stesso, nel documento, dichiarerà in sostanza sotto la propria responsabilità civile e penale. di aver eseguito un lavoro a regola d’arte.
Quando parliamo di regola d’arte però, non ci riferiamo solo alla correttezza dell’impianto dal punto di vista funzionale, ma anche al rispetto della legge.
Ecco perché devi fare caso che il certificato contenga, per essere valido:

  • il nome del responsabile tecnico (chi ha eseguito i lavori materialmente);
  • il tuo nome come richiedente i lavori stessi;
  • il nome della ditta che ha effettuato il lavoro;
  • le caratteristiche dell’impianto;
  • il materiale usato;
  • dove si trova l’impianto stesso;
  • l’elenco delle leggi seguite per la realizzazione.

Naturalmente il certificato ti sarà consegnato alla fine del lavoro, e dopo il buon fine del collaudo.
Ti sarà utile lo schema sottostante, nel quale ti indichiamo gli impianti per i quali è necessaria la dichiarazione:

  • elettrici
  • di riscaldamento
  • radiotelevisivi
  • idrici
  • per il gas
  • ascensori
  • anti incendio.

Ricorda che la ditta ha 30 giorni di tempo per la produzione di questo documento.

Quando può essere evitata la dichiarazione di conformità

Diciamo subito che la dichiarazione di conformità di un nuovo impianto non può essere omessa e basta. Ci sono però delle situazioni in cui non è possibile reperirla. In questi casi si procede con la cosiddetta dichiarazione di rispondenza.

La dichiarazione di rispondenza si indica con l’acronimo DiRi, che ha comunque valore legale purché si rispettino certi requisiti. Come abbiamo detto può essere valida solo nel caso in cui la dichiarazione di conformità non sia più rintracciabile. Non si tratta quindi dei nuovi impianti ma di quelli vecchi la cui documentazione non sia stata ad esempio conservata.

In questo caso si può ovviare con la DiRi, sempre che l’impianto in questione non sia stato fatto prima del 2008, quando entrò in vigore la legge numero 37. Il tecnico che la rilascia naturalmente deve sempre essere abilitato, e lavorare da almeno 5 anni.

Importante è che vengano allegati anche i sopralluoghi fatti per attestare la conformità dell’impianto.