Prestazione occasionale o Partita IVA: quale conviene di più?

Oggigiorno sempre più persone scelgono di intraprendere una carriera da freelancer, invogliate dalla prospettiva di un lavoro stimolante, che metta al centro l’individuo con le sue passioni ed esigenze e che, al contempo, garantisca un buon margine di profitto.

Del resto, è sufficiente dare uno sguardo alle diverse figure professionali emerse di recente, per notare come il mondo del lavoro sia cambiato in maniera radicale: il mito del “posto fisso”, un tempo sinonimo di stabilità e sicurezza, sembra ormai tramontato, sostituito da una nuova concezione della libera professione e dell’auto-imprenditoria.

Nonostante il fenomeno del freelancing sia largamente diffuso, specialmente tra le persone più giovani e in quei settori che ruotano intorno al web e alla tecnologia, permangono alcuni dubbi sulle modalità per regolarizzare eventuali collaborazioni: conviene davvero aprire la Partita IVA o è meglio ricorrere alla prestazione occasionale?

O ancora: in quali casi è necessario emettere fattura e quando, invece, si può continuare a rilasciare una semplice ricevuta? Proviamo a fare chiarezza su queste tematiche!

Prestazione occasionale: cos’è?

La legge italiana consente di svolgere collaborazioni di breve durata – occasionali, appunto – senza che ciò comporti l’obbligo di aprire la Partita IVA.

Si tratta di uno strumento molto utile, specialmente per chi si è appena affacciato sul mondo del lavoro, ma che prevede alcune limitazioni pensate per evitare possibili abusi.

La prestazione occasionale funziona in modo semplice: il cliente commissiona un’opera (ad esempio, il logo per un nuovo prodotto) e si accorda con il prestatore riguardo al compenso, ai tempi e alla modalità di consegna. A sua volta, il prestatore esegue il lavoro con mezzi propri, nel luogo e negli orari che preferisce, organizzandosi in autonomia.

Terminata la realizzazione dell’opera, il prestatore è chiamato a rilasciare una ricevuta non fiscale, indicando il tipo di prestazione e il compenso pattuito. Se il committente è un’azienda italiana, è necessario applicare una trattenuta – detta “ritenuta d’acconto” – pari al 20% dell’importo (che questi dovrà versare entro il 15 del mese seguente).

Inoltre, se il compenso supera 77,47 €, vi è l’obbligo di apporre una marca da bollo da 2 €.

I limiti della prestazione occasionale

L’utilizzo della prestazione occasionale è permesso in presenza di alcune condizioni.

In primo luogo, è necessario che la durata della collaborazione sia limitata nel tempo (per un massimo di trenta giorni l’anno per committente). In secondo luogo, deve trattarsi di una prestazione di carattere episodico, ovvero che non si ripete con cadenza regolare.

Occorre, inoltre, prestare una particolare attenzione alla somma dei compensi ricevuti.

Infatti, al superamento di una certa soglia – ossia 5.000 € lordi l’anno, – il lavoratore è tenuto ad iscriversi alla Gestione Separata INPS ed a versare 1/3 dei contributi calcolati sulla parte eccedente. La quota restante – ossia i 2/3 – sono a carico del committente.

Se a ciò si aggiunge che, per legge, non è consentito promuovere o pubblicizzare – né online né offline – i servizi resi mediante prestazione occasionale, puoi facilmente intuire come questo strumento, tanto utile a inizio carriera, si trasformi in seguito in un ostacolo per la ricerca di nuovi clienti e, in generale, per la crescita del business.

Quanto costa aprire e mantenere una P. IVA?

Giunti a questo punto, la domanda da porsi è: conviene davvero utilizzare il più a lungo possibile le prestazioni occasionali, in modo da rinviare l’apertura della Partita IVA?

Oppure è preferibile compiere questo passaggio, vincendo eventuali preoccupazioni?

Ebbene, l’attivazione della Partita IVA è un momento inevitabile per chiunque voglia proporsi come freelancer o dedicarsi al proprio business in pianta stabile.

Ma, a differenza di quel che si dice in giro, la spesa da preventivare è minima, specialmente per chi ricorre ad un consulente fiscale online come Fiscozen.

Grazie a questo nuovo servizio, i liberi professionisti possono aprire Partita IVA per via telematica, a costo zero e in 24 ore, con l’assistenza di un operatore. Per le ditte individuali, invece, è prevista una tariffa fissa, pari a 200 € + IVA tutto compreso.

Paragonando, poi, la ritenuta d’acconto, che corrisponde al 20% del compenso lordo delle prestazioni occasionali, con la tassazione applicata nel regime forfettario, quest’ultima appare subito più vantaggiosa. Difatti, al posto di Irpef e addizionali, i forfettari versano un’unica imposta con aliquota al 15% (in certi casi, ridotta al 5% per i primi cinque anni), applicata su una porzione del fatturato incassato (per i professionisti, di solito, è il 78%, meno i contributi versati nello stesso periodo, deducibili sempre per intero).

Dunque, considerando un ipotetico incasso di 100 €, con la prestazione occasionale pagheremmo 20 €, mentre con la Partita IVA la spesa si abbassa a circa 11 €!